3 film sottovalutati su Max da vedere a febbraio

Dato che febbraio è spesso associato al romanticismo, è possibile trovare molte commedie romantiche su tutti gli streamer questo mese. Su Max, non c’è un particolare focus su un genere specifico. Nonostante la presenza di numerosi programmi di realtà, Max offre comunque una straordinaria selezione di film per appassionati di ogni genere.

Everest (2015)

Ogni anno, alpinisti provenienti da tutto il mondo visitano il Monte Everest, senza rendersi conto del pericolo che li attende. Il film Everest racconta un evento reale accaduto nel 1996, quando le guide esperte Rob Hall (Jason Clarke) e Scott Fischer (Jake Gyllenhaal) hanno guidato due gruppi diversi sulla montagna.

Errori semplici lungo il percorso trasformano la situazione in una lotta per la vita e la morte all’interno del gruppo. Se l’altitudine e la stanchezza non li sconfiggeranno, sarà il freddo intenso. Quando tutto sembra sfuggire al controllo, solo pochi riusciranno a sopravvivere all’Everest.

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Midsommar (2019)

Lo scrittore e regista Ari Aster ha definito Midsommar un film sulla separazione, rendendolo l’antitesi delle commedie romantiche. Christian (Jack Reynor) vuole lasciare la sua ragazza Dani (Florence Pugh). Tuttavia, dopo che lei ha vissuto una devastante tragedia familiare, lui si sente obbligato a invitarla a un’esperienza irripetibile nella Svezia rurale.

Questo si rivela un errore enorme per entrambi, poiché Dani e Christian accompagnano i loro amici in un viaggio verso una remota comunità. Nonostante l’accoglienza iniziale, quando il gruppo si rende conto degli orrori che li attendono, è troppo tardi per scappare.

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Steve Jobs: L’uomo nella macchina (2015)

Chi era veramente Steve Jobs? Il documentario della CNN Films Steve Jobs: L’uomo nella macchina adotta un approccio più approfondito, in cui molti dei suoi colleghi e contemporanei condividono le loro storie su di lui. Non tutti sono lusinghieri riguardo al suo carattere.

Il documentario esamina anche la complessa relazione di Jobs con sua figlia, Lisa Brennan-Jobs, che lui si rifiutò di riconoscere all’inizio della sua vita prima di cedere. Questo documentario non ha lo scopo di seppellire la personalità pubblica di Jobs, ma è un importante promemoria del fatto che l’uomo al di là del mito era umano quanto il resto di noi.

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