Si intitola PerdutaMente, ed è il documentario realizzato dall’attore e regista Paolo Ruffini, che da qualche giorno è sbarcato su RaiPlay. Un viaggio del regista attraverso l’Italia per confrontarsi con persone affette dal morbo di Alzheimer e con i loro cari, su cui si riflette il carico fisico ed emotivo della malattia.
PERDUTAMENTE, IL DOCUMENTARIO SULL’ALZHEIMER, DIRETTO DA PAOLO RUFFINI È SU RAIPLAY
PerdutaMente, documentario prodotto da Vera Film e WellSee e distribuito da Luce Cinecittà, è stato realizzato nel 2021 ed è diretto da Paolo Ruffini e Ivana Di Biase. Il docufilm è stato proiettato per la prima volta nei cinema italiani il 14 febbraio 2022 con un’uscita speciale di tre giorni. Successivamente PerdutaMente è stato reso disponibile su Sky, nella sezione di Sky Documentaries e in streaming su NOW.
IL DOCUFILM
Il documentario intitolato PerdutaMente tratta del morbo di Alzheimer attraverso i racconti e le emozioni di chi vive la malattia in prima persona e dei suoi familiari. Paolo Ruffini ha voluto indagare il tema dell’Alzheimer mettendo al centro dell’attenzione non solo i malati, ma anche chi ogni giorno combatte insieme a loro. Le ripercussioni della malattia colpiscono non solo chi ne è affetto, ma anche le famiglie che possono andare in pezzi sotto il peso del carico emotivo.
In Italia soffre di Alzheimer circa un milione di persone e di riflesso sono quasi tre milioni gli individui coinvolti nell’assistenza dei propri familiari affetti dalla malattia. Nella fase iniziale il paziente entra in una fase di depressione accorgendosi che qualcosa non va, poi la depressione si estende spesso ai familiari che con lui devono combattere ogni giorno. Da un semplice post su Instagram in cui chiede alle persone di segnalare le loro esperienze personali, inizia un viaggio per l’Italia che porta Paolo Ruffini a conoscere persone che hanno perso i propri cari o che li stanno accudendo durante il percorso della malattia.
La prima tappa del regista è a Biella, dove incontra Franco, che gli racconta la storia di sua moglie Teresa: “L’Alzheimer è la sublimazione dell’amore perché quando si pensa all’amore, si ha l’idea di amare ed essere amati, in questo caso si ama e non si riceve un input indietro”. Il viaggio prosegue ma Paolo Ruffini tiene un rapporto epistolare con Franco che proseguirà per tutto il documentario raccontandogli tutte le altre storie.
IN PERDUTAMENTE, PAOLO RUFFINI RACCONTA LA STORIA DI LUCIA, LA MOGLIE DI LINO BANFI
Una delle ultime tappe è a Roma, per incontrare Lino Banfi, “nonno d’Italia”, che per anni si è preso cura di sua moglie Lucia, scomparsa non molto tempo fa. A tutte le persone che incontra, Paolo Ruffini regala un diapason noto strumento musicale, perché “l’amore è la colonna sonora che la nostra vita non riesce a comporre senza di noi. È come se l’Alzheimer volesse interrompere quella musica ma noi non glielo permettiamo del tutto. Non si perde l’intonazione con l’amore, c’è bisogno di ritrovare la propria nota con la vita”.