Il 6 dicembre Jules riceve una chiamata che sconvolge la sua routine. L’uomo lavora per un’agenzia telefonica chiamata Walk Me Home, supportante le donne che stanno facendo ritorno a casa da sole e si sentono minacciate o in un luogo che non ritengono sicuro. Si trova in linea con Klara, terrorizzata in quanto è convinta che sarà la prossima vittima designata di uno spietato assassino conosciuto come “il killer del calendario“, che ha predetto la data della sua morte.
THE CALENDAR KILLER, RECENSIONE: TUTTO IN UNA NOTTE
Partire da un argomento sensibile e sempre, drammaticamente, all’ordine del giorno come il tema della violenza sulle donne per costruirvi sopra un thriller di genere via via sempre più improbabile. Se l’intento sulla carta era potenzialmente condivisibile nel voler mandare un messaggio chiaro e netto, la relativa messa in scena è invece alquanto discutibile, con la relativa sceneggiatura che complica inutilmente le cose fino al più assurdo dei finali.
Eppure The Calendar Killer, nuova esclusiva del catalogo di Amazon Prime Video, iniziava con un certo appeal nel tratteggiare il rapporto crescente tra i due personaggi principali, Jules e Klara, la cui estenuante conversazione telefonica – accompagnante la quasi totalità del minutaggio – poteva parzialmente ricordare un recente cult a tema come il danese The Guilty (2018). Ma se lì il fuori campo lasciava spazio al mistero e a suggestioni varie e assortite, qua è tutto fin troppo mostrato e non appena si comincia a intuire l’effettiva identità del villain la tensione comincia a scemare.
DIETRO E DAVANTI LA MACCHINA DA PRESA
Produzione tedesca diretta dal pressoché sconosciuto Adolfo J. Kolmerer, attivo in patria prevalentemente sul piccolo schermo, The Calendar Killer ha la qualità di un tipico film televisivo e non riesce a trovare una sua distinta personalità. Un paio di sequenze nelle quali l’ipotetica vittima è – scusate il gioco di parole – vittima di allucinazioni, risultano di buon impatto visivo, ma per il resto la regia è piatta e non concede grosse sorprese nel corso dell’ora e mezzo di visione.
A compensare qua e là le lacune stilistiche e narrative intervengono i due interpreti principali, Luise Heyer e soprattutto Sabin Tambrea, che si prende a un certo punto il peso del film sulle proprie spalle, risultando credibile anche quando la storia prende derive più paradossali che verosimili. E l’atto d’accusa che guarda trasversalmente a 360° gradi, ponendo domande e interrogativi interessanti, aveva anche una certa ragione d’essere: peccato che il tutto sia stato poi realizzato in maniera eccessivamente didascalica per risultare incisivo al punto giusto.
CONCLUSIONI FINALI
Una notte, in preda al panico, Klara chiama una linea di soccorso creata appositamente per donne in difficoltà: a rispondergli è Jules, centralinista reduce da un tragico passato. Lei cercherà tramite il suo aiuto di sfuggire a uno spietato assassino conosciuto come The Calendar Killer.
Dietro a una trama ricca di spunti, dove il messaggio poteva farsi trainante di un solido approccio di genere, si perde un film che affronta tematiche spinose e sensibili con un piglio da b-movie che manca di equilibrio nella gestione di situazioni e personaggi e con un finale a dir poco improbabile, ricercante il più forzato dei colpi di scena. Tensione e verosimiglianza vengono meno col procedere dei minuti e le discrete performance del cast poco possono per salvare una storia alla deriva.