Mare Fuori: Maddalena Stornaiuolo parla della quarta stagione e del suo impegno sociale
Nelle prime tre stagioni di Mare Fuori abbiamo fatto la conoscenza di una moltitudine di personaggi, fra i giovani ospiti quasi fissi dell’IMP di Napoli, i ragazzi che si sono fermati per poco e le vittime della criminalità organizzata. Qualcosa è cambiato anche “ai vertici”, perché Paola, la direttrice della prigione interpretata da Carolina Crescentini, è stata sostituita da Sofia (Lucrezia Guidone).
È arrivata nel carcere anche una nuova guardia, Maddalena, che ricorderete sulla terrazza del penitenziario intenta a cercare di distogliere Viola dall’insano proposito di buttare di sotto la piccola Futura. A interpretare questa donna con la pistola, apparsa nella terza stagione e che ritroviamo nella quarta, è Maddalena Stornaiuolo, non soltanto attrice ma anche regista nonché fondatrice di una scuola di recitazione chiamata La Scugnizzeria.
“Incontriamo” Maddalena Stornaiuolo su Zoom, e subito ci dice di essere una fan accanita della serie e che recitare insieme a Massimiliano Caiazzo, Matteo Paolillo, Carmine Recano, eccetera è stato per lei molto emozionante. Le chiediamo subito quanto la serie sia aderente alla realtà e se affrancarsi dalla Camorra sia ancora così difficile per chi è nato dalla parte “sbagliata” della città: “È complicatissimo” – risponde. “Anche se Mare Fuori trae spunto da situazioni vere, è pur sempre una finzione. La realtà è molto più cruda di quello che vediamo sul piccolo schermo, e te lo dice una persona che ha vissuto a Scampia durante il periodo della faida. Non sono stati anni semplici, soprattutto perché eravamo ragazzini. A quell’età dovresti essere spensierato e tranquillo, pensare a cose libere e leggere, e invece ti ritrovi ad abitare in un quartiere dove c’è un morto ogni tre giorni, dove esci da scuola e vedi i tossicodipendenti camminare per la strada.”
NON DEVE ESSERE IL POSTO IDEALE IN CUI CRESCERE…
No, non lo è, però chi è nato là in qualche modo è riuscito a costruirsi una corazza e a volte ad affrancarsi, spinto da una voglia di riscatto. Nel mio caso, è stata di grandissimo aiuto la recitazione. Ero una ragazzina molto timida e mai avrei immaginato di lavorare in questo ambiente, e invece la mia timidezza si è trasformata in audacia, ed è stato molto liberatorio. Insomma mi sono buttata e mi sono accorta che mi sentivo a mio agio, però sono stata fortunata, perché, appena uscita dal laboratorio teatrale che frequentavo, ho fatto un provino per una miniserie con Sergio Castellitto e Luisa Ranieri e sono stata presa.
La tua Scugnizzeria è un punto di riferimento per molti ragazzi, un vero e proprio polo culturale. Com’è nata?
IMMAGINO SIATE SODDISFATTI DI QUESTA BELLA INIZIATIVA…
Ultimamente La Scugnizzeria si è talmente allargata che adesso arrivano persone non soltanto da Melito e da Scampia, ma anche da quartieri lontani. Siamo contenti perché La Scugnizzeria è diventata un punto di riferimento culturale. Oltre alla scuola di recitazione, adesso c’è una scuola di canto, una casa editrice, un laboratorio tipografico e ultimamente abbiamo aperto un laboratorio di pizzeria, dove vengono a darci una mano alcuni disabili. Alla Scugnizzeria è come vivere un Mare Fuori quotidiano, perché quando arrivano persone con una situazione familiare complicata, noi facciamo in modo che non si sappia, perché qui si deve essere tutti uguali. E comunque alla fine i ragazzi si legano così tanto gli uni agli altri, che quando si raccontano da dove vengono, non cambia nulla.
Maddalena, il tuo personaggio, è forte e coraggiosa come te?
Maddalena è più coraggiosa di me, io sono più fifona. Nella quarta stagione la ritroviamo certamente più sicura e più impavida, ma comunque il personaggio non perde il suo lato tenero, umano, l’empatia che l’ha caratterizzato nella terza stagione, perché è proprio grazie a questa qualità rara che può creare un rapporto con le detenute. Maddalena è quasi un’ombra di Rosa Ricci, la ritroviamo sempre lì dietro di lei. Rosa è un personaggio complicato da gestire: tenere il pugno fermo non è il modo giusto per poterla portare dalla propria parte e spingerla a un cambiamento di mentalità e di vita, allontanandola così da una famiglia criminale che lei ama tantissimo.
Maria Esposito è bravissima a interpretarla…
Se la conosci, ti rendi subito conto che è totalmente differente da Rosa Ricci. La vedi così, piccola piccola, magrolina, bassina, a volte timidissima e altre “coccolona”. La guardi e pensi: ma come fa a trasformarsi in un personaggio così feroce, crudele, sicuro di sé? Maria Esposito, secondo me, è molto talentuosa e anche molto disciplinata, perché sul set si mette lì e non molla di un centimetro. Si dà da fare anche se è molto giovane, e si ritrova ad avere un successo grandissimo nonostante sia alla sua prima esperienza.
Gli attori di Mare Fuori, soprattutto quelli che ci sono fin dalla prima stagione, sono adorati dal pubblico. Come hanno reagito al successo?
Quando sono arrivata io, Matteo Paolillo e Massimiliano Caiazzo erano già molto importanti come personaggi, e se li vedi dall’esterno possono sembrare molto differenti da come in realtà sono, invece quando li conosci ti rendi conto di avere davanti dei ragazzi genuini, con i piedi ben piantati per terra, e probabilmente è proprio questa la loro forza, perché il fatto di non essersi montati la testa dopo una tale popolarità fa sì che riescano a costruire il loro percorso anno dopo anno. A volte non è facile, perché davvero vieni catapultato in un ingranaggio folle, e allora è importante non “prendere il volo”, affidandosi a persone che, mentre sei lassù, ti riportino giù dicendo: “Guarda che siamo sul pianeta Terra. Sognare si può, però poi c’è da lavorare”. Devo dire che i ragazzi di Mare Fuori sono degli stakanovisti e io sono molto fortunata, perché su questo set non possiamo veramente lamentarci. Sono tutti giovani, ma in realtà già grandi, perché si impegnano e, nel momento in cui c’è qualcuno che incontra delle difficoltà girando una scena, corrono a dare supporto e consigli: non è una cosa che capita ogni giorno.
Quanto è contenta la città di Napoli di essere un set a cielo aperto?
C’è un orgoglio cittadino incredibile. Innanzitutto abbiamo vinto lo scudetto e poi a Napoli stanno girando praticamente tutti: è arrivato Paolo Sorrentino, ci gira Mario Martone, Cristina Comencini. Al di là di Mare Fuori, Napoli è diventata la nuova Cinecittà. Prima ci spostavamo tutti a Roma per lavorare, adesso stanno tornando tutti a casa per poter avere maggiori opportunità. Secondo me abbiamo di che essere fieri, perché i prodotti sono di qualità e c’è un bell’introito lavorativo. Grazie a tutte queste produzioni, tanti ragazzi possono lavorare, anche semplicemente come runner. Magari si lavora per un periodo limitato e con contratti a termine, però se uno lavora bene e riesce in qualche modo a continuare, significa togliere persone alla malavita, che a Napoli è sempre dietro l’angolo.