HWANG WOO-YEON E IL MATRIMONIO DELLA SUA PRIMA AMORE
Hwang Woo-yeon riceve un invito al matrimonio di Hwan Seung-hee, il suo primo amore conosciuto sui banchi del liceo. Un vero e proprio colpo di fulmine era stato per lui, ma non lo stesso per lei, che nel corso degli anni ha frequentato altri ragazzi. Woo-yeon ripensa a tutte le difficoltà che ha affrontato per conquistarla fin da quando erano giovani e di tutte le sfide che si sono ritrovati ad affrontare.
IL MATRIMONIO DELLA MIA MIGLIORE EX, RECENSIONE: TRA SI’ E NO
Con i numerosi flashback che ci portano indietro nel tempo ha luogo questa atipica love-story tra i due protagonisti, ricca di derive inaspettate e di sviluppi dolci-amari, in quasi due ore di visione destinate al “lieto evento” del titolo. Una commedia romantica coreana che segue la linea guida di tante produzioni originarie della penisola, con quel mix di toni e umori che si intrecciano nel corso degli eventi, pur dovendo sottostare ad alcune forzature.
Forzature che si rispecchiano soprattutto nella scelta di non cambiare gli attori per gestire le varie fasi del racconto e fa così parzialmente impressione vedere due trentenni – anno più, anno meno – ancora sui banchi del liceo: un difetto non nuovo a molti titoli indigeni, che riflette anche una pratica in voga nella serialità americana di qualche anno fa. Un difetto di poco conto e sul quale è facile chiudere un occhio, avvolti da un racconto frizzante che pur nella sua relativa linearità riesce a mantenere un discreto interesse fino ai titoli di coda.
AMORE CHE VIENE, AMORE CHE VA
Disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video dove è entrato nel catalogo dei film più popolari, “Il matrimonio della mia migliore ex” sfrutta il setting temporale con un approccio nostalgico, segnato da rimorsi e rimpianti su ciò che avrebbe potuto essere e invece non è stato, per errori o decisioni affrettate che hanno fatto cambiare binari a una storia che ad un certo punto sembrava indirizzata verso il più canonico degli epiloghi.
Per quanto il tutto sia osservato dal punto di vista di Woo-yeon, con tanto di voice-over a introdurci nel background e ad alcuni passaggi chiave della vicenda, la sceneggiatura non prende le parti di nessuno, mostrando invece una relazione verosimile proprio nella sua complessità, con quelle sfaccettature che anche nei momenti meno lieti danno vita ad un contesto credibile, permettendo di immedesimarsi ulteriormente nei due personaggi principali.
A tratti si pecca forse di un parziale formalismo, con certe soluzioni abusate dal cinema a tema di produzione locale nella gestione delle figure secondarie e nel riproporre alcuni topoi non certo nuovi, ma il film ha comunque una sua dignitosa personalità che lo rende più che consigliabile al principale target di riferimento.
CONCLUSIONI FINALI
Un amore per lui nato già tra i banchi di scuola, per lei più tardo a maturare nel corso di quegli anni che segnano il tragitto narrativo di “Il matrimonio della mia migliore ex”, fin dal titolo già promettente un finale forse meno scontato del previsto.
Questa commedia romantica coreana è un gradevole intrattenimento per gli appassionati del genere, con due protagonisti simpatici e affascinanti alle prese con una love-story ricca di incognite, in un approccio dolce-amaro che si fa credibile nella gestione di situazioni ed emozioni, pur strizzando l’occhio ad un’idea di cinema indigeno a tratti inflazionata.