A Venezia 81, durante le riprese del cortometraggio di Marco Bellocchio intitolato “Se posso permettermi – Capitolo II”, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Fausto Russo Alesi, uno degli attori presenti nel cast insieme a Barbara Ronchi, Rocco Papaleo, Giorgia Fasce, Filippo Timi, Pier Giorgio Bellocchio, Fabrizio Gifuni ed Edoardo Leo. Durante l’intervista, Fausto ha raccontato la sua esperienza sul set e ha parlato del suo personaggio, sottolineando l’onore e la fortuna di essere scelto da Bellocchio per i suoi lavori.
INTERVISTA ESCLUSIVA A FAUSTO RUSSO ALESI
Fausto Russo Alesi interpreta un personaggio che si rifugia nello studio, nella letteratura e nei libri per affrontare la vita. Durante l’intervista, Fausto riflette su se il suo personaggio sia un fannullone o semplicemente un uomo annichilito dalle circostanze. Fausto sottolinea che il suo personaggio si confronta con la vita e si smuove dalla sua rassegnazione in queste due parti del cortometraggio.
LA VISIONE DEL LAVORO NEI GIOVANI
In risposta alla domanda sulla visione del lavoro nei giovani, Fausto osserva che dipende da ognuno e dalle proprie esperienze di vita. Parla di quanto sia importante trovare la passione nel lavoro e riflette sul fatto che il lavoro è parte integrante della vita quotidiana. Fausto sottolinea che il confronto con il lavoro è fondamentale per crescere e scoprire nuove parti di sé stessi.
LA SCELTA DEI RUOLI E LA GUIDA DI MARCO BELLOCCHIO
Fausto Russo Alesi parla della sua esperienza di lavorare con Marco Bellocchio e della meraviglia e la fortuna di essere scelto da un regista così autorevole. Fausto sottolinea la fiducia totale che ha nel regista e nella sua capacità di guidarlo all’interno del personaggio. Quando sceglie i ruoli, Fausto cerca sempre di trovare personaggi con cui può identificarsi e che gli permettano di esplorare parti di sé stesso.
IL VIDEO INTEGRALE DELL’INTERVISTA
Per chiunque fosse interessato a guardare l’intervista completa a Fausto Russo Alesi, il video integrale è disponibile online. Domande a cura di Giulia Bertollini.