La puntata di Domenica In del 5 maggio si è aperta con un omaggio dedicato a Toto Cutugno e in studio è arrivato anche suo figlio Niko, nato da una relazione extraconiugale del cantante, che ha raccontato a Mara Venier il suo rapporto con il padre. Un legame non semplice, che si è intensificato nel tempo e anche piuttosto particolare.
LA SCOPERTA CHE SUO PADRE FOSSE UN CANTANTE
Il 34enne racconta di non aver saputo per diversi anni che suo padre fosse un cantante famoso: “Per me era semplicemente il mio papà lo vedevo spesso, però non avevo idea di chi fosse, che avesse una vita pubblica, che tutti lo conoscessero”. La scoperta della sua identità e quindi del fatto che fosse un personaggio noto è arrivata quando aveva otto anni:
“C’è questo episodio che io ricordo sempre con il sorriso, ero in macchina con lui e in radio c’era una sua canzone. Lui guidava, io ero a fianco, e c’era qualcosa che non mi tornava perché il timbro della voce era comunque molto riconoscibile, quindi sembrava un po’ strano perché lui mi aveva detto che faceva l’ingegnere. Era comunque un modo per tutelarmi e per proteggere un po’ anche la mia privacy, e probabilmente anche la sua. Poi in realtà l’ho scoperto perché a un certo punto è uscito questo articolo sui giornali e quindi me l’hanno dovuto dire e in particolare è stato il mio bisnonno a dirmelo. Venne da me e mi disse: ‘Nico, tuo padre è Toto Cutugno’, mi ha spiegato che era un cantante.”
Alla domande sul perché la madre non avesse pensato di dargli questa informazione così importante, Niko ha dichiarato: “L’ho sempre vista come una forma di tutela. Che poi questa relazione, il fatto che io sia nato, è comunque una cosa che è nata dall’amore. Quindi non c’è niente di sbagliato”.
IL RAPPORTO CON SUO PADRE
Il 34enne continua a raccontare il suo rapporto con il padre, facendo emergere anche le criticità di un legame che, però, è riuscito a rafforzarsi nel tempo:
“È stato un papà presente, ho sempre sentito molto amore da parte sua ma anche estremamente giovanile, era molto alla mano anche con i miei amici dovunque andassimo, era sempre molto scherzoso ma ci teneva al tempo stesso che io avessi diciamo quelle due o tre regole di rispetto, educazione. Quindi magari si, ricordo che, laddove a volte possa essere stato insomma inopportuno, si scaldava molto. Nel senso che diventava velocemente nervoso e quindi ti passava questa forma di severità in pillole, che però erano molto chiare.”
Niko ha poi rivelato che pur amando la musica e trovando nella scrittura delle canzoni la forma più congeniale per esprimersi, per parlare con suo padre in maniera più diretta: “Le canzoni che ho scritto sono state un modo per parlare con lui e fargli arrivare magari dei messaggi indirettamente. Siamo arrivati a un punto in cui effettivamente lui è riuscito a dirmi che quello che scrivevo gli piaceva molto, e quindi è stata una bella soddisfazione perché non mi ha regalato mai niente”.