Pier Giorgio Bellocchio a Venezia 81: ‘Fermarsi a pensare è una colpa’

Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Pier Giorgio Bellocchio durante la presentazione del corto di suo fratello Marco Bellocchio, intitolato “Se posso permettermi – Capitolo II”, a Venezia 81. Durante la conversazione, Bellocchio ha espresso una critica nei confronti della società contemporanea, sottolineando la mancanza di spazio per la riflessione in un contesto dominato dall’azione continua.

INTERVISTA ESCLUSIVA A PIER GIORGIO BELLOCCHIO

Parlando del cortometraggio “Se posso permettermi – Capitolo II”, abbiamo affrontato il tema della precarietà attuale e dell’accusa rivolta ai giovani di essere “allergici al lavoro”. Bellocchio ha evidenziato il carattere di Fausto, il protagonista del corto, definendolo come un individuo che, pur non essendo più giovane, ha fatto scelte di vita inconsuete in base alla sua situazione familiare particolare. Anche se Fausto è spesso etichettato come “ozioso”, Bellocchio sottolinea la nobiltà della sua vocazione di intellettuale impegnato nel pensare alla vita degli altri.

UNA SOCIETÀ DEL FARE INCESSANTE

Bellocchio critica la contemporanea tendenza alla superficialità, sottolineando come la società attuale non conceda spazio alla riflessione. In un mondo dominato dall’attivismo frenetico, fermarsi per pensare viene spesso considerato quasi un peccato. Questa mancanza di spazio per la contemplazione ha conseguenze sulla profondità delle relazioni umane e sulla comprensione della realtà.

IL CONFLITTO TRA MORALITÀ E LEGALITÀ

Nel corto, viene posto un interrogativo sul confine tra ciò che è moralmente accettabile e ciò che è moralmente riprovevole. Attraverso il confronto tra i personaggi di Fausto ed Edoardo, emerge la questione dei “cadaveri nelle case degli italiani” come metafora delle tragedie che affliggono la società. Bellocchio evidenzia come, troppo spesso, le vicende del passato determinino il presente, condizionando le scelte e le azioni delle persone.

LA VISIONE DI UN MONDO PARALLELO

Il confronto tra Fausto e Edoardo mette in luce la diversità di prospettive sul mondo e il disorientamento di fronte a realtà parallele. Mentre Edoardo cerca soluzioni pratiche e immediate, Fausto vive in una dimensione separata, mantenendo uno sguardo critico sulla società circostante. Questa dicotomia tra due modi di concepire la realtà evidenzia le molteplici sfaccettature dell’esistenza umana e la complessità dei rapporti interpersonali.

In conclusione, il cortometraggio di Marco Bellocchio rappresenta un’opportunità di riflessione su temi fondamentali della società contemporanea, offrendo spunti di analisi e stimoli per interrogarsi sul proprio ruolo nel contesto attuale. La visione critica e profonda di Pier Giorgio Bellocchio arricchisce ulteriormente il messaggio artistico del film, contribuendo a una maggiore comprensione e consapevolezza dei temi trattati.

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