SELVAGGIA LUCARELLI SVELA LE PROPRIE SOSPETTE
Selvaggia Lucarelli ha dato il via a un’indagine che ha portato alla luce una controversa collaborazione tra il Pandoro Balocco e Chiara Ferragni. La giornalista di 49 anni ha raccontato a ‘La Vita in Diretta’ cosa l’ha inizialmente insospettita riguardo a questa operazione che si presentava come benefica. Ha spiegato di aver iniziato a indagare su quello che sarebbe poi diventato un caso di rilevanza nazionale, portando anche a conseguenze sul profilo professionale della famosa influencer italiana.
UNA TELEFONATA CHE HA SVELATO TUTTO
Durante la trasmissione, Lucarelli ha raccontato che bastò una semplice telefonata all’azienda Balocco per avere la conferma che qualcosa non andava nella collaborazione con Chiara Ferragni. La giornalista ha ammesso che ciò che l’aveva inizialmente insospettita era l’uso costante dell’hashtag #adv nei post promozionali del pandoro, ad indicare che si trattava di un contenuto pubblicitario a pagamento. Questo l’ha portata a chiedersi se si trattasse veramente di beneficenza o di un’operazione commerciale.
L’OPERAZIONE COMMERCIALE DIETRO ALLA FACCIATA DI BENEFICENZA
Dopo la telefonata all’azienda Balocco, Lucarelli ha svelato di aver appreso che il numero di pandori venduti non influenzava l’ammontare della donazione finale. Questo le ha fatto capire che si trattava di un’operazione commerciale che portava ingenti profitti a Chiara Ferragni, ma che non si traduceva necessariamente in aiuti concreti per chi ne avrebbe bisogno. La giornalista ha evidenziato come, in realtà, i soldi destinati alla beneficenza erano stati già stanziati da Balocco mesi prima.
IL LIBRO CHE HA SVELATO I RETROSCENA DELLA VICENDA
Intrigata da questa vicenda, Selvaggia Lucarelli ha deciso di approfondire la questione e trarne spunto per scrivere un libro intitolato ‘Il Vaso di Pandoro’. Questo libro ha riscosso un grande successo, vendendo oltre 30.000 copie e portando alla luce una storia che ha suscitato scalpore nell’opinione pubblica.
In conclusione, Selvaggia Lucarelli ha dimostrato con determinazione e professionalità come un’operazione apparentemente benefica possa nascondere interessi commerciali che vanno oltre la volontà di aiutare chi è in difficoltà. La sua indagine ha gettato luce su un caso che ha portato a riflettere sulle dinamiche del mondo dell’influencer marketing e sulla trasparenza nelle collaborazioni tra personaggi pubblici e aziende.