SERENA BORTONE A VERISSIMO DOPO IL CASO SCURATI
Ospite della puntata di Verissimo di domenica 5 maggio è stata Serena Bortone. La giornalista arriva per la prima volta su Canale 5 dopo essere stata parte attiva del caso Scurati in Rai. Sulla poltrona di Silvia Toffanin si è raccontata parlando della sua carriera, del suo privato e anche di quelle caratteristiche che le hanno consentito di essere la donna che è oggi, come scrive nel suo libro, presentato proprio nel contenitore Mediaset.
**LA TRANQUILLA SERENITÀ DI SERENA BORTONE**
La prima volta che ha messo piede in Rai aveva 18 anni e tre mesi, ma da quel momento Serena Bortone ha lavorato sodo per diventare una giornalista affermata e apprezzata dalla sua azienda. Presentandosi, dichiara: “Sono una persona molto aperta, anche troppo, sono sempre stata un libro aperto, trasparente, e questo è anche motivo di vulnerabilità, è più facile che tu possa essere colpito, però ho una sfera di ritrosia sulle cose molto importanti della vita, gli amori, i lutti, è una cosa che tengo molto per me. Ma non ho niente da nascondere”.
In merito al caso Scurati, al monologo censurato che lei stessa ha poi letto nella sua trasmissione Che sarà…, Serena Bortone si dice tranquilla: “Non ho ansie, né eccitazione, nella vita uno cerca di fare la cosa giusta, per me l’importante è non fare la cosa sbagliata. Io non sono una testa calda, sono una orgogliosa dipendente dell’azienda di servizio pubblico, questa sono io”. Silvia Toffanin le chiede se dopo questo episodio, particolarmente significativo nell’arco della sua carriera, abbia ricevuto più critiche o attacchi. Serena risponde: “Una cosa che detesto è l’autocompiacimento, quando ci casco me ne vergogno. Non ti farò classifiche, ma sono molto tranquilla. Per gli attacchi sui social, provo un senso di tenerezza per coloro che perdono il loro tempo ad attaccare gli altri sui social.”
**IL LEGAME CON I SUOI GENITORI E IL RAPPORTO CON SÉ STESSA**
Non sono mancati, poi, momenti dedicati al suo privato, al percorso personale che racconta anche nel suo romanzo. Sin da bambina è cresciuta con l’idea di dover aiutare gli altri, soprattutto le persone più deboli e non le è mai mancato il coraggio di farsi avanti. Ma il suo obiettivo, è sempre stato quello di essere indipendente economicamente: “Fai il tuo dovere, impegnati, mi diceva mia madre”. In merito al rapporto con la sua famiglia, Bortone racconta della malattia di suo padre, venuto a mancare nel 2010: “Mio padre è stato malato per gli ultimi tre anni della sua vita, dico una cosa che può sembrare bizzarra, benedico gli anni di malattia di mio padre, perché mi hanno consentito di prendermi cura di lui. I padri di una volta non erano come i padri di oggi, in quei tre anni ho potuto dimostrare a lui l’amore che gli volevo e lui l’ha potuto accogliere senza ritrosia, in questo accudimento c’è un regalo bello della vita. Essere importante per le persone alle quali vuoi bene, è fondamentale.”
**IL ROMANZO E L’ACCETTAZIONE DI SÉ STESSA**
Infine, in uno spazio dedicato al suo romanzo, nel quale ha raccontato di aver sempre avuto la predisposizione a “salvare gli altri”, passando anche dei momenti non proprio semplici di accettazione di sé: “Ho imparato a capire che non posso essere perfetta, ho imparato a perdonare i miei difetti. Ho imparato anche ad amare. Cerco di essere utile, sono una problem solver, ho tanti amici, mi dà fastidio l’ingiustizia, il pressappochismo, per questo mi arrabbio molto anche sul lavoro. Ma cerco sempre di dare una mano.”
**IL FUTURO IN AMORE E LAVORO**
Sull’amore, Bortone non si sbilancia più di tanto, ma racconta di non avere un compagno, sebbene abbia avuto delle storie in passato: “Sono single, tutti siamo felici in coppia, ma il compromesso è complicato. Io sono una persona molto conciliante, sono molto in ascolto, sono volutamente single, nel senso che poi tutti i fidanzati si sistemano a casa. Ho bisogno di qualcuno che mi tenga testa, ma se mi tiene testa troppo poi non posso decidere io e diventa complicato, sono una persona impegnativa.” Infine, sul suo futuro lavorativo la giornalista mantiene il suo ottimismo: “Mi piace essere sorpresa dalla vita, faccio un lavoro che mi piace, che non mi annoia, il nostro lavoro è pieno di contatti umani, quindi che dirti, spero di continuare a farlo con lo stesso tipo di divertimento, serietà, onestà, che quando si fa il nostro lavoro è importante essere onesti con se stessi e con gli altri.”
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