Star Wars: Tales of the Jedi, la recensione della prima stagione su Disney+

L’universo di Star Wars è un’enorme tela bianca. I film che compongono la serie cinematografica sono solamente un’ossatura dell’organismo che in questi anni e decenni si è andato poco a poco ad ampliare spaziando dai romanzi ai parchi a tema. In particolar modo, le serie d’animazione legate al cosmo di Star Wars sono tra le opere che meglio hanno saputo affrontare e indagare i tanti discorsi che su questa grande tela si vanno a delineare. Star Wars: Tales of the Jedi, creata da Dave Filoni e Charles Murray e in streaming dal 2022 su Disney+, si inserisce in questo solco. E’ composta da sei episodi e si configura come un rafforzamento di serie sorelle come Star Wars: The Clone Wars e Star Wars: The Bad Batch.

LA TRAMA DI STAR WARS: TALES OF THE JEDI

Ogni episodio di Star Wars: Tales of the Jedi racconta una breve storia dei Jedi durante il periodo della trilogia prequel di Guerre stellari. Più precisamente si inserisce a cavallo degli eventi affrontati lungo il corso delle otto stagioni di Star Wars: The Clone Wars, offrendo alcuni scorci senza seguire un determinato orientamento temporale.

I sei episodi possono essere idealmente divisi in due “percorsi”. Il primo segue Ahsoka Tano, la padawan di Anakin Skywalker, in vari momenti della sua vita: l’infanzia, prove di adolescenza, l’incontro con la Forza. L’altra sezione si affianca invece a un giovane Conte Dooku, ancora appartenente all’ordine Jedi ma già attraversato dai dubbi che lo attanagliano prima del suo passaggio al Lato Oscuro della Forza.

STAR WARS: TALES OF THE JEDI, PERCHÉ GUARDARE LA SERIE

Star Wars: Tales of the Jedi restituisce la sensazione di trattarsi di una sorta di compendio d’appendice alle storie raccontate con Star Wars: The Clone Wars. I personaggi ai quali questa serie dedica spazio sono tra i più iconici e apprezzati proprio di The Clone Wars e qui, nell’andare a esplorare alcuni aspetti non ancora indagati, offre l’opportunità per delineare ancora meglio i loro caratteri e personalità.

Non c’è insomma uno sviluppo della narrazione orizzontale in senso proprio. Star Wars: Tales of the Jedi offre ai fan già rodati l’occasione per cogliere qualche sfumatura in più e spuntare dalla lista alcuni dubbi. Nello specifico, il percorso più affascinante è quello legato al Conte Dooku, perché si immerge in modo più ficcante nelle sue perplessità riguardo i metodi e l’efficacia della dottrina Jedi, preambolo a quella che poi appunto sarà la sua discesa nella malvagità. Forse un po’ meno interessante lo spazio dedicato ad Ashoka, che lascia il sapore di essere qualcosa di più marginale rispetto a quanto già non sia una serie ideata sotto questo profilo.

PERCHÉ NON GUARDARE STAR WARS: TALES OF THE JEDI

Per arrivare a guardare Star Wars: Tales of the Jedi dovete probabilmente essere dei fan accaniti in primis dell’universo Star Wars, poi anche delle serie animate che hanno già in precedenza introdotto e raccontato questi personaggi. Poco senso avrebbe altrimenti iniziare a guardare la serie. Come si è detto, Tales of the Jedi è infatti pensata con lo scopo preciso di essere un qualcosa in più per uno specifico segmento di pubblico.

Tuffarsi nel mezzo di questi piccoli racconti, tagliati su misura per andarsi a incastonare in un mosaico ben più ampio, richiede dunque una certa dose di conoscenza e anche di sana ossessione. Non cambierà in maniera drastica le verità del discorso più ampio affrontato dalle serie gemelle, ma Star Wars: Tales of the Jedi si pone anche grazie alla sua brevissima durata (gli episodi sono da circa quindici minuti l’uno) come una gradita e agile aggiunta.

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