Arriva il 20 e il 21 maggio su Raiuno la miniserie evento con Stefano Accorsi dedicata al padre della telegrafia senza fili, Guglielmo Marconi. Nel cast della fiction, una produzione Stand by me in collaborazione con Rai Fiction, prodotta da Simona Ercolani, per la regia di Lucio Pellegrini, anche Ludovica Martino (Isabella Gordon), Alessio Vassallo (Achille Martinucci), Flavio Furno (Giuseppe Bottai), Cecilia Bertozzi (Maria Cristina Marconi), Massimo de Santis (Umberto De Riva). E con Fortunato Cerlino nel ruolo di Benito Mussolini. Una miniserie che si muove su due binari, quello di Marconi marito e padre di famiglia e quello dell’inventore, compreso il suo complesso rapporto con il fascismo e con Benito Mussolini.
INTERVISTA A STEFANO ACCORSI, PROTAGONISTA DELLA SERIE “MARCONI”
Noi di SuperGuidaTV abbiamo video intervistato in esclusiva Stefano Accorsi. L’attore ci ha raccontato come si è approcciato a questa grande figura dei nostri tempi: “Interpretare Marconi è stata una bella riscoperta. Lo conoscevo solo di fama ma non avevo approfondito la sua storia. Ho scoperto un genio, un talento incredibile che sin dalla giovane età aveva intuito che grazie alle onde radio si potevano trasmettere dei dati senza utilizzare i cavi. L’aveva fatto vicino casa sua scavallando la collina e poi con una comunicazione transoceanica di dati e questo lo ha reso uno degli uomini più importanti e influenti del pianeta terra”.
CONFRONTO TRA MARCONI E OPPENHEIMER
Con una forzatura potremmo equiparare Gugliemo Marconi a Robert Oppenheimer, l’inventore della bomba atomica che ha ispirato il film di Cristopher Nolan. Al centro della serie Rai ci sono anche i dilemmi morali che Marconi si poneva in merito alla sua invenzione. Era solito chiedersi se avesse fatto del bene con il telegrafo senza fili o se invece avesse aggiunto una minaccia.
RIFLESSIONI SULLA SCIENZA E LA POLITICA
A tal proposito, Stefano Accorsi ha ammesso: “Secondo me Marconi non sta alla radio come Oppenheimer sta alla bomba atomica. Oppenheimer accetta la sfida di lavorare per il governo costruendo qualcosa che possa avere un effetto distruttivo. A differenza sua invece Marconi non lo accetta. Al famoso raggio della morte non ci ha mai lavorato. Marconi invece ha continuato ad investire nella ricerca tanto da essere uno degli sponsor più importanti dei ragazzi di Via Panisperna che sì lavoravano sul nucleare ma non con finalità distruttive. Il rapporto di Marconi con la scienza è stato costruttivo”.
Nella serie a colpire è soprattutto una frase. Parlando con Enrico Fermi, Marconi dice: “La scienza deve essere libera ma i politici non riescono a capirlo”. Ad oggi c’è ancora una politicizzazione della scienza come lo era ai tempi di Marconi? Accorsi risponde: “Oggi mi sembra che la situazione sia più complessa. Ci sono degli interessi economici fortissimi intorno alla scienza. Anche gli investimenti che si stanno facendo sulla guerra tolgono al progresso dell’umanità ma anche al contrastare del cambiamento climatico. Quello tra politica e scienza è un dilemma profondamente attuale. Il problema è che i soldi per la ricerca vengono dati dal governo o da finanziatori privati”.